Giulia Crisci

Giulia Crisci è una ricercatrice e curatrice d’arte indipendente di base a Palermo. 

Il suo lavoro esiste nello spazio di intersezione tra arte e attivismo. È interessata a sperimentare forme di conoscenza e di apprendimento reciproco, incrociando pedagogie radicali e processi artistici e culturali.
Dal 2018 è parte del board curatoriale e responsabile pedagogica di I-team learning lab, un programma educativo itinerante dell’organizzazione francese Relais Culture Europe, ovvero uno spazio di sperimentazione sulle relazioni tra arte, cultura e democrazia.

Nel 2020 ha co-fondato con Diaria, a Palermo, L’assemblea delle lucciole, composta da artist*, performer, ricercator*, scienziat*, giornalist*, impegnati con il reale, interessate a sperimentare pedagogie alternative e creazioni culturale come spazi di politica quotidiana e convivialità situati nel Sud Globale. 

Attualmente sta lavorando ad un progetto di ricerca con lo storico dell’arte Camille Pageard a partire dalle opere del pedagogista, poeta, sociologo e attivista Danilo Dolci, prendendo in considerazione le sue sperimentazioni pedagogiche, le azioni politiche, gli scritti e le esperienze di organizzazione comunitaria in Sicilia.

È parte del collettivo antifascista Porco Rosso, con sede a Ballarò/Palermo. 
Negli ultimi anni ha contribuito a diversi progetti artistici e culturali, tra cui: 

Ecomuseo Mare Memoria Viva a Palermo come community manager e curatrice di alcune opere d’arte pubblica; UNIDEE a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto come assistente curatrice; Eco e Narciso programma pubblico del comune di Torino come assistente curatrice 

Ha ideato e realizzato diversi progetti educativi sui beni confiscati alla mafia, alcuni dei quali in collaborazione con il collettivo Routes Agency, nell’ambito di una ricerca legata al trauma, alla memoria e alla cultura antimafia.  È stata parte della redazione di roots§routes, magazine di ricerca visuale.

È stata assistente direttore e curatore del programma educativo sperimentale UNIDEE – Università delle Idee a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. Ha lavorato al coordinamento del programma di residenze internazionale Resò. Per diversi anni è stata assistente dell’artista Marzia Migliora. È stata assistente curatore del programma d’arte pubblica Eco e Narciso 2014, della provincia di Torino. Ha curato il progetto itinerante Turning Tables di Valentina Miorandi. Ha collaborato come redattrice e curatrice a Balloon Project. Ha lavorato per il Dipartimento Educazione del Museo Riso di Palermo. Ha collaborato con Libera in Sicilia. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, per diversi anni come socio, e nel 2015 alla programmazione di Già giovani e innovazione, Summer School di alta formazione per l’innovazione sociale e la progettazione partecipata.

Habib Ayeb

Habib Ayeb è un geografo, ricercatore e professore emerito all’Università di Parigi 8 a Saint Denis, Francia. Specialista in geografia sociale, le sue aree di ricerca coprono questioni relative alla sovranità alimentare, all’ambiente, alle questioni contadine, al cambiamento climatico, alla marginalità e alla povertà, al cambiamento sociale e al ruolo dell’ambiente nello sviluppo della sicurezza alimentare. Le sue aree di ricerca si concentrano principalmente sulla Tunisia e su tutto il Nord Africa.

La sua ultima importante pubblicazione è il libro con il professor Ray Bush dell’Università di Leeds (UK): Habib Ayeb & Ray Bush (2019) Food Insecurity and Revolution in the Middle East and North Africa. Questioni agrarie in Egitto e Tunisia”. Anthem Press, Londra.

È anche un impegnato documentarista. Tra i suoi film: Om-Layoun (2021 – sulla questione dell’acqua), Couscous : Seeds of Dignity (2017 – sulla sovranità alimentare), Fellahin (2014 – sulla resistenza dei piccoli agricoltori), Gabes Labess (2014 – sull’ambiente) e Green Mirages (2012 – sui modelli di sviluppo e l’impoverimento).

Nel 2017, Ayeb e altri compagni hanno creato l'”Osservatorio della sovranità alimentare e dell’ambiente – OSAE” (https://osae-marsad.org), un’organizzazione non governativa (ONG) con sede a Tunisi. Recentemente è entrato a far parte del comitato consultivo di Agrarian South.

Cherimus

Pic. Sara Deidda

Cherimus (in sardo “vogliamo”, “desideriamo”) è un collettivo artistico fondato nel 2007 da tre amici: Marco Colombaioni, Matteo Rubbi e Emiliana Sabiu che ora vede al suo interno Fiammetta Caime, Derek Maria Francesco Di Fabio, Andrea Rossi, Matteo Rubbi, Emiliana Sabiu, Carlo Spiga.

Partecipa, attraverso l’arte contemporanea, allo sviluppo del patrimonio sociale e culturale – passato e presente – del Sulcis Iglesiente (sud ovest Sardegna), diviso fra la conservazione della sua eredità (nuragica, pre-nuragica, pastorale, mineraria) e la spinta verso l’inserimento nella sfera globale.

Cherimus lavora affinché le realtà siano consapevolmente integrate dalle comunità locali per creare nuovi spazi culturali e di vita comune, considerando l’arte come riflessione e intervento alternativo sulle questioni economiche, politiche e culturali del Sulcis.

Cherimus cerca inoltre di aprire il Sulcis a esperienze e idee provenienti da paesi lontani (Mediterraneo, Africa, Europa), attraverso progetti di cooperazione internazionale tesi a rivitalizzare e trasformare la sua specificità territoriale. L’intento è quello di stabilire un dialogo tra realtà geograficamente distanti o apparentemente incompatibili, che tuttavia spesso condividono lo stesso squilibrio fra ricchezza e marginalità culturale.

Collettivo Giuseppefraugallery

Il collettivo Giuseppefraugallery (Eleonora Di Marino, Pino Giampà, Riccardo Oi) agisce attraversando i campi dell’arte e dell’attivismo, sperimentando nuove forme di resilienza e resistenza culturale. Ha sede nel villaggio minerario Normann, in un edificio costruito alla fine dell’Ottocento per ospitare lo staff della direzione della Miniera di San Giovanni. L’obiettivo di incidere sulla realtà, stimolando la comunità a pensare forme di sviluppo alternative ed innovative, è portato avanti attraverso azioni e progetti che sappiano relazionarsi con le istanze locali ed essere attivi nella divulgazione dell’arte stessa: il più recente, la Scuola Civica d’Arte Contemporanea, ideata come opera d’arte pubblica, è un progetto di pedagogia radicale con la mission di favorire l’incontro della comunità con i codici specifici, i linguaggi e le professionalità dell’arte contemporanea. Completamente gratuita, si occupa di ricerca e formazione, organizza incontri pubblici, produce opere e mostre, elabora progetti d’arte pubblica e sociale, ospita in residenza artisti e curatori. Ha sede in un edificio pubblico nel centro storico della città di Iglesias, che dal 2018 ospita anche la Piccola Biblioteca d’Arte Contemporanea. La Scuola organizza manifestazioni periodiche quali “PUBBLICA – incontri d’arte contemporanea per la comunità” e “Lezioni Aperte – corso pubblico d’Arte contemporanea”. Un semestre l’anno, tramite un bando pubblico, viene attivata una Master Class per artisti, curatori, studenti universitari e comunità locale.

Lucrezia Cippitelli

Lucrezia Cippitelli è un’attivista culturale e ricercatrice. Insieme a partner internazionali, istituzionali e indipendenti, ha sviluppato attività educative e artistiche che coinvolgono la pedagogia attraverso pratiche quali il DIY, il site specific e il collettivismo. Ha avviato un Media Lab a L’Avana (Alamar Express Lab, con Omni Zonafranca, Cuba e Inventati, Italia), un Master in Arti Visive presso Alle School of Arts and Design dell’Università di Addis Abeba, in Etiopia; un laboratorio di produzione artistica site specific a Khartoum (Khartoum Art Lab, Sudan). Attualmente è direttrice artistica di Atelier Picha, il programma educativo site-specific a lungo termine di Picha, l’artist run organization principale che gestisce la Biennale di  Lubumbashi (Repubblica Democratica del Congo), ed è docente di Estetica all’Accademia d’Arte di Brera, Milano.

Lisa Parola

Lisa Parola è laureata in Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi di Torino. È coautrice di pubblicazioni e lavori di ricerca, in particolare sui temi legati alle politiche culturali, al sistema dell’arte contemporanea, allo spazio pubblico e al territorio. È membro fondatore del progetto curatoriale indipendente a.titolo. Tra il 2007 e il 2014 ha insegnato al Master in Management, Marketing e Multimedia dei Beni e delle Attività Culturali al Corep (Politecnico, Torino). Ha collaborato con il quotidiano “La Stampa” come giornalista d’arte contemporanea fino al 2010. Nel 2013 è stata nominata mediatrice culturale per il progetto Matera Capitale Europea della Cultura e nell’ambito di tale ruolo ha svolto attività di progettazione e programmazione. Dal 2016 al 2019 è stata direttrice del programma artistico della Fondazione Sardi per l’Arte e ha collaborato con importanti istituzioni come Università di Torino, Fondazione Merz, Gam Palermo e Spazio indipendente. Nel 2020 è curatrice della tappa internazionale del progetto artistico Biomega di Cosimo Veneziano, vincitore dell’Italian Council 2019 promosso dal Ministero della Cultura e presentato a Kiev con la Fondazione M17 e lo spazio indipendente Radius. Attualmente collabora con Quartz Studio.

Luisa Camoglio

Luisa Camoglio è medico di medicina generale dal 2004. Dal 2008, dopo anni trascorsi all’estero, torna  in Sardegna per costruire un nuovo legame con la terra. “Il luogo dove questo è avvenuto è l’isola di Sant’Antioco, un’isola di particolare bellezza naturalistica, in particolare una vigna sul mare. Il vino de La Casa di Sophia è il prodotto del territorio, in equilibrio con la sua natura.” Tutte le scoperte e tecniche di agricoltura ed enologiche del La Casa di Sophia furono messe in rete, affinché il sapere sostenibile si diffondesse e diventasse una costellazione di comunità. “Il Ministero dell’agricoltura, nel decreto del Giugno 2020, ha definito le coltivazioni delle piccole isole ‘eroico’. Le nostre viti sono esposte al sale delle mareggiate, i forti venti e alte temperature. Noi viviamo i cambiamenti climatici giorno per giorno. La risposta non può che essere collettiva”. Con il sostegno di alcuni privati La Casa di Sophia ha realizzato il progetto di sviluppo condiviso “Adotta la vigna di Spiaggia Grande”. Sulle dune di Spiaggia Grande, una vigna di circa 70 anni (poco curata) ha ora nuova vita. La viticoltura è diventata occasione di conoscenza e prassi, di bellezza e festa: “Clima, energia, acqua: sono temi talmente vasti che possiamo risolverli solo insieme”. Si spera allora con tante, innumerevoli Case di Sophia.

Marco Deseriis

Marco Deseriis insegna media digitali e partecipazione politica nella Classe di Scienze Politiche e Sociali della Scuola Normale Superiore di Pisa. È autore di due libri: Net.Art: L’arte della connessione (Shake Edizioni, 2008, scritto a quattro mani con Giuseppe Marano) e Improper Names: Collective Pseudonyms from the Luddites to Anonymous (University of Minnesota Press, 2015). Al momento si sta dedicando allo studio comparato dei valori politici, o delle diverse concezioni della democrazia, incorporate in software per la partecipazione politica quali Liquid Feedback, Loomio, Rousseau e Participa.

Giuseppe Micciarelli

Giuseppe Micciarelli è filosofo politico e sociologo del diritto, lavora all’Università degli Studi di Salerno e fa parte del collegio dei docenti del Master ProPart dello IUAV. Fa parte dell’Institute of radical imagination, un think tank di ricercatori/trici, artisti/e di tutto il mondo impegnato a praticare e pensare altre forme di studio e attivismo.

È autore di numerosi saggi per riviste internazionali sui temi delle trasformazioni della democrazia e delle istituzioni, sui beni comuni e i processi democratici. Molti materiali di divulgazione scientifica sono disponibili su piattaforme open access, tra cui https://unisa-it.academia.edu/giuseppemicciarelli. Nel luglio 2019 è stato insignito dell’Elinor Ostrom Award, il più importante riconoscimento mondiale sulla difesa e la gestione dei commons (https://elinorostromaward.org/2019-awardees).Sta sviluppando la metodologia dell’hacking politico-giuridico, per ribaltare i meccanismi che pongono pratiche di conflitto e movimenti sociali davanti alla sterile dicotomia tra dispositivi di cattura e antagonismi identitari. Come ricercatore e attivista è impegnato nella creazione e implementazione di nuove istituzioni partecipative, su scala locale e transnazionale, svolgendo attività di advocacy per numerose associazioni, spazi sociali, reti ed enti locali. 

È ad hoc expert for Local Governance, urban renewal e arts and culture del European Union URBACT program – Driving the change for Better Cities. Attualmente è inoltre Presidente dell’Osservatorio permanente sui beni comuni e i diritti fondamentali della città di Napoli.

Beatrice Catanzaro

Beatrice Catanzaro è artista, ricercatrice e docente. Ha conseguito un Dottorato di ricerca presso la Oxford Brookes University con la Social Sculpture Research Unit. È la co-fondatrice del Women Centre and Social Enterprise Bait al Karama nella città di Nablus, Palestina. La pratica di Beatrice Catanzaro interroga le strutture sociali egemoniche attraverso processi dialogici ed imaginali,  radicati in progettualità a lungo termine e collaborazioni interdisciplinari. I suoi lavori sono stati esposti in musei e istituzioni internazionali quali il Museo MART di Rovereto; Fundacao Gulbenkian di Lisbona; Espai d’Art Contemporani (EACC) di Castellón e la Quadriennale di Roma. Vive e lavora a Milano.

On this website we use first or third-party tools that store small files (cookie) on your device. Cookies are normally used to allow the site to run properly (technical cookies), to generate navigation usage reports (statistics cookies) and to suitable advertise our services/products (profiling cookies). We can directly use technical cookies, but you have the right to choose whether or not to enable statistical and profiling cookies. Enabling these cookies, you help us to offer you a better experience.